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328 ATTO SECONDO

Eleonora. Caro signor padre, per dirvi la verità, non mi dispiace altro che la sproporzione dell’età: io troppo giovine, ed egli troppo vecchio.

Dottore. La di lui età avanzata non vi ha da far ostacolo. Egli è un uomo garbato1, sano e gioviale2, e quello che più importa, vi vuol bene, e vi tratterà da regina.

Eleonora. Mentre3 credete voi che possa essere un matrimonio conveniente per me, non ricuserò di farlo, coll’unico oggetto di obbedire un vostro comando.

Dottore. Brava, la mia figliuola; voi mi consolate. Vado subito dal signor Pantalone, e prima che qualche altra idea lo frastorni, vo’ procurare d’assicurar la vostra fortuna. (parte)

SCENA IX.

Eleonora, poi Marionette.

Eleonora. È una gran lusinga quel dire sarò ricca, sarò padrona. Ma quell’esser vecchio il marito, non mi finisce. Marionette, ti ho da dar una buona nuova. Son fatta la sposa.

Marionette. Me ne rallegro infinitamente; ma, s’è lecito, chi è lo sposo?

Eleonora. Il signor Pantalone.

Marionette. E questa la chiamate una buona nuova? E ne siete allegra e contenta?

Eleonora. Perchè no? Non è egli forse un buon partito?

Marionette. Sì, per una vecchia di cinquant’anni, ma non per voi, che siete una giovanetta.

Eleonora. Anch’io pensava prima così; ma poi, in riguardo della sua ricchezza, l’esser vecchio mi pare che poco importi.

Marionette. Importa moltissimo, importa tutto. Domandatelo a vostra sorella, che cosa voglia dire una giovane maritata ad un vecchio. Se fosse lecito il dirvi tutto, ve ne farei passare la

  1. Betin.: polito.
  2. Bettin., Paper., Sav. ecc.: giojate.
  3. Bettin.: Quando.