Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/343

Da Wikisource.

LA VEDOVA SCALTRA 333

Marionette. Se coltiverai questo ottimo gusto, credimi, farò qualche conto di te.

Arlecchino. Vedo adesso che gh’ho della bona disposizion, e se non ho fatto fin adesso la mia figura, è sta causa, no so se diga el fato, la sorte, la fortuna o il destino.

Marionette. Grazioso, grazioso!

Rosaura. Prendi, ecco la breve risposta che dovrai recare a monsieur le Blau. Non essendo una lettera, non la chiudo e non le fo la soprascritta.

Arlecchino. Sarala una risposta consolatoria?

Rosaura. Mi par di sì.

Arlecchino. Posso sperar l’effetto delle belle promesse?

Rosaura. Ciò dipende dalla generosità di chi ti ha mandato.

Arlecchino. Madama, con tutto il core. (con varie riverenze)

Marionette. Troppo confidente.

Arlecchino. Con tutto lo spirito. (facendo riverenze)

Marionette. Troppo elegante.

Arlecchino. Con tutta confidenza. Bon zorno a V. S. (parte)

SCENA XIII.

Rosaura e Marionette.

Marionette. Credetemi, che lo spirito di costui mi piace infinitamente.

Rosaura. È un servitore grazioso.

Marionette. Quando l’ha preso un Francese, non può essere senza spirito.

Rosaura. Sappi, Marionette, che il signor Pantalone si è disgustato meco, per aver io parlato contro alle nozze di mia sorella. Quasi quasi pareva mi volesse licenziare di casa sua; ed io sono disposta a prevenire il di lui congedo.

Marionette. A voi non mancheranno case.

Rosaura. Sì, ma una vedova sola non istà bene.

Marionette. Conducete con voi la sorella.

Rosaura. Ella ancora ha bisogno d’essere custodita.