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IL FRAPPATORE 33


chi sa? Sono mesi che non ho nuova di lei, potrebbe darsi che più non vivesse. Ma intanto come contenermi con Beatrice? Ella è un’onestissima donna, che colla fiducia di essere da me sposata, si è lasciata condurre sin qui, e mi ha fatto padrone di tutto il suo. L’inganno non può durar lungamente; sono imbrogliato, ma troverò la via d’uscirne.

Brighella. Oh che bel mobile, sior Ottavio, che avè condotto a Roma! Sto sior Tonin l’è el più bel capo d’opera che abbia visto.

Ottavio. È uno sciocco, consegnatomi da certi parenti suoi, che si vergognano di averlo vicino.

Brighella. Halo dei quattrini?

Ottavio. È ricco, ma non sa egli medesimo che cos’abbia. I suoi congiunti possedono molti de’ suoi effetti, e vorrebbono che più non tornasse, per goderseli pacificamente. Ciò non ostante, l’assegnamento che gli hanno fatto è bastante a farlo vivere comodamente; tutto passa per le mie mani e io gli faccio l’economo.

Brighella. E no ghe de gnanca un soldo da comprar del tabacco?

Ottavio. Credete voi che in questo viaggio non voglia io avanzarmi un migliaio di scudi?

Brighella. Lo credo benissimo, e credo che meggio incontro de questo no podessi trovar. Ma digo, sior Ottavio, quella zovene vestia da omo èlo negozio vostro, o del Venezian?

Ottavio. Tonino non l’ha nemmen da vedere. È cosa mia quella.

Brighella. Cossa penseu de farghene? In casa mia no voggio pastizzi.

Ottavio. È una vedova, che ho da sposar quanto prima.

Brighella. Èla morta vostra muggier?

Ottavio. Sì, è morta che saranno due mesi.

Brighella. Vardè ben quel che fé. Semo in t’un paese che ste cosse no le se passa cussì facilmente.

Ottavio. Fidatevi di me, non dubitate. Vi farò veder tutto. Ora debbo andare col signor Tonino a fare una visita.

Brighella. Da chi?

Ottavio. Dal signor Fabrizio del Mantice, mercante romano, presso