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ALLA VEDOVA SCALTRA 387


tato un Inglese viaggiatore, non un Inglese filosofo. Del Francese non so che dire, quello della Scuola non è tanto brillante quanto il mio. Ma il mio non è come quello furioso, bastante egli solo a porre a soqquadro una casa. Il mio è un Petit maître1 che, pieno di galanteria e politezza, aspira a frisar le Dame, l’altro è un pazzo che si fa assettare dallo sciocco suo servitore, il quale corre a frisarlo collo stampo delli cialdoni; e collo staccio lo carica di farina. Lo Spagnuolo nella Commedia critica ha tanto poco che fare, che oltre l’idioma, non v’ha altra cosa che lo distingua. Ma il povero Italiano, strapazzato, vilipeso, trattato da impostor, da falsario, mi fa pietà. Misera Italia, se così ti trattemo i tuoi Poeti! Bel concetto faranno di Te gli Oltramontani (se anderanno tant’oltre le loro Commedie). A fronte di tre stranieri un Italiano deriso? Bella gloria, bell’onore per noi! Pare che l’Italia non sappia produrre che i Cavalieri impostori e gli Avventurieri alla moda2.

Prudenzio. Piano, piano. Signor Polisseno; vi siete ingolfato senza avvedervene. Voi criticate a rotta di collo.

Polisseno. Chi stuzzica il vespaio, non si dolga se sentesi puncicare. Sarei tondo come la luna, o per dir meglio come una pignatta, se stessi colle mani alla cintola e non mi scuotessi. Gli uomini che sanno, fanno col suo; non prendono il capitale dagli altri. Io sin ora ho fatto così. Facciano gli altri quello che sanno.

Prudenzio. Dunque vi dichiarate voler criticare ancor voi la Commedia che pretende di criticarvi?

Polisseno. Non è tempo adesso di farlo. S’egli la stamperà, e vi farà un bel margine, vi scriverò sopra ad ogni pagina i suoi difetti, ma sarebbe necessario che il margine fosse più spazioso della pagina stessa.

Prudenzio. Eppure il popolo, qualor sentiva criticare, batteva le mani e rideva.

  1. Testo: petite Maitres.
  2. L’Avventuriere alla moda, commedia dell’ab. Pietro Chiari, rappresentata e caduta poco prima sul teatro di S. Samuele.