Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/411

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pidoglio di Roma con immensa spesa fu trasportata dal vostro grand’Avo ad arricchire la Lombardia con uno de’ più preziosi avanzi dell’antichità, cose queste son tutte che richiederebbono altro luogo per essere scritte ed altra mano che le scrivesse; cose elleno sono, che richiamano tutto giorno e i lontani e i vicini all’ammirazione, e voi con tanta umanità e cortesia trattar solete i quotidiani numerosi Ospiti vostri, ai quali non manca mai, nel tempo della Vostra villeggiatura, nè lauta mensa, nè agiato riposo, nè musica, nè altri piaceri di questa vita, il condimento dei quali si è la vostra erudita, graziosa, amabile conversazione.

E non dovrò io render grazie alla mia fortuna per avermi ella fatto partecipe di tante sì rare cose? Sì, che le sarò sempre grato, ed or piucchè mai, poichè fortuna sola, e non grado alcun di merito fa sì ch’io possa porre in fronte ad una delle miserabili mie Commedie il nome grande, il venerabile nome di V. E. e fregiando in sì alto modo le imperfette Opere mie, tentar gloriosamente gl’auspici di un Protettore eccelso e magnanimo.

Ma no, non è questo puro dono della Fortuna; egli è, Eccellentissimo Signore, un tratto della vostra benignità, la quale non sa che spargere a larga mano le beneficenze e le grazie, e voi formate la fortuna di quelli che vi servono, vi conoscono, e ammirano da vicino le vostre peregrine Virtù.

Che manca in Voi di ammirabile e di grandioso? Non la antichità del sangue, il quale sino nel decimoquarto Secolo sparso fu da’ gloriosi Vostri Antenati a prò della Patria, ed in servigio di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano.

Non grado e dignità, poichè tante ne ha profuse in Voi l’Imperadore Carlo Sesto e tante la Invitta e Gloriosa Regina Vostra Sovrana, che vi rendono in altra guisa noto al Mondo e ragguardevole per ogni dove.

Non Virtù, non Valore, non ottima, regolata Prudenza, onde negli affari Economici, Politici e Militari, e nei Consigli e nei Governi ove foste con tanto merito destinato, deste saggio mai sempre di pronto spirito e di robustezza di animo, e sopra tutto di dolce adorabile benignità, la quale siccome è a Voi medesimo la Virtù