Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/589

Da Wikisource.

LA BUONA MOGLIE 579

Brighella. Lustrissima, xe sior Pasqualin che vorria riverirla.

Beatrice. L’ho mandato a chiamare ed è stato puntuale. Venga pure.

Brighella. Gh’oggio da far far anticamera?

Beatrice. Ti dico che venga subito.

Brighella. Domandava. (parte)

Beatrice. Voglio vedere se mi riesce di farmi prestar degli altri denari.

SCENA XVII.

Pasqualino e detta, poi Brighella.

Pasqualino. Fazzo riverenza a Vussustrissima.

Beatrice. Buon giorno, il mio caro Pasqualino. Chi vi vuole, conviene che vi mandi a chiamare. Venite molto poco a vedermi.

Pasqualino. Son sta sta mattina. Cossa me comandela?1

Beatrice. Volete un bicchierino di vin di Cipro? Ecco, quella zuppa l’ho preparata per voi.

Pasqualino. Per mi? Grazie infinite. (La m’averave fato più servizio a prepararme i dodese zecchini, che no ghe n’ho più gnanca un). (da sè)

Beatrice. Via, mangiate, bevete.

Pasqualino. In verità, no ghe n’ho vogia.

Beatrice. Mi fate torto. Questa bottiglia l’ho messa a mano per voi.

Pasqualino. Co l’è cussì, receverò le so grazie. (s’accosta per mangiare)

Beatrice. Questo è vero Cipro. (Sa il cielo che roba è!) (da sè)

Pasqualino. Adesso lo sentirò...

Brighella. Lustrissima. (ansante)

Beatrice. Cosa c’è?

Brighella. Sala chi è?

Beatrice. Chi mai?

Brighella. Bettina, muggier de sior Pasqualin.

  1. Sav. e Zatta hanno solamente: Son stà sta mattina...