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LA BUONA MOGLIE 601

Menego. Con una palossada1 ve scavezzo tuti do in t’una volta. (Tutti saltano nella loro barca, la slegano e montano sulla poppa.)

Nane. Vara ve, te lo ficco in tel centopezzia (mostra il paloscio)

Menego. Lo vedistu? Te tagio el gargato. (mostra uno stocco)

Tita. Velo qua, vare. Ve sbuso co fa crieli2. (mostra uno stilo)

(S’allontanano a poco a poco, e se ne vanno colle loro gondole.)

Nane. Ah porchi!

Menego. Cortesani d’albeo!

Tita. Scarcavali!

Menego. Via, aseni.

Tita. Ah sporchi!

Nane. Chiò3. (fa un versaccio colla bocca)

Menego. Via! Oà. Oà.
Tita. Via!

(Sgridandosi si allontanano, e vogando partono.)

SCENA V.

Camera di Bettina.

Bettina e Catte parlando insieme.

Bettina. Ande via, lasseme star.

Catte. Mo via, cara ti, vustu morir da la fame!

Bettina. Tasè; za che el putelo dorme, lasselo dormir.

Catte. Come pustu viver? Xe da gieri in qua che no ti magni; mi, se stago do ore senza magnar, crepo.

Bettina. Ah sorela, gh’ho altra vogia che magnar!

Catte. Almanco sorbi un vovo fresco. Momola te lo cusina.

Bettina. Se lo beverò, lo buterò fuora; no posso tegnir gnente in stomego.

Catte. Bisogna sforzarse.

  1. Nella trippa.
  1. Palosso, paloscio: spada corta, di lama larga.
  2. Come crivelli.
  3. Pron. ciò.