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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/263

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IL CAVALIERE E LA DAMA 253

SCENA XVI.

Don Rodrigo e detti.

Rodrigo. (Riverisce tutti che s’alzano, ed ei va a sedere nell’ultimo luogo vicino a don Filiberto, e tutti siedono). Bellissima conversazione.

Virginia. Ora poi è perfezionata coll’arrivo di don Rodrigo.

Rodrigo. Gentilissima espressione di dama troppo compita.

Claudia. Certo, finora siamo stati melanconicissimi; Donna Eleonora quasi quasi piangeva.

Rodrigo. Povera dama, non ha occasione di star allegra. (Costei principia a motteggiare). (da sè)

Virginia. Per altro ella ha delle buone nuove di suo marito.

Rodrigo. Sì? Me ne consolo. (Sventurata! ne ho io delle funeste). (da sè)

Virginia. Questo cavaliere ha detto che fra due giorni avremo don Roberto in Napoli libero, assoluto e nello stato di prima. (accennando don Flaminio)

Rodrigo. È vero? (a don Flaminio)

Flaminio. È verissimo.

Rodrigo. E chi lo assicura?

Flaminio. Io.

Virginia. Signor sì. Egli è venuto stamattina da Benevento ed ha parlato con don Roberto, che sta benissimo di salute.

Rodrigo. È vero? (a don Flaminio)

Flaminio. Ne dubitate?

Rodrigo. Quando avete parlato con lui?

Flaminio. Ieri sera.

Rodrigo. E stava bene di salute?

Flaminio. Benissimo.

Rodrigo. Signori, io non voleva funestare la conversazione con una nuova lugubre, ma don Flaminio mi obbliga a farlo. Ieri a mezzo giorno don Roberto spirò, e questa è la lettera che autentica la di lui morte. (mostra una lettera che aveva in tasca)

Virginia. Oh povera donna Eleonora! Manco male che ora non è qui presente.