Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/273

Da Wikisource.

IL CAVALIERE E LA DAMA 263


passerebbe un carro fra le due sedie. Discorrono o delle liti, o delle cose di casa, o delle guerre, e passano così il tempo inutilmente. Qualche volta si guardano sottocchi e s’ammutiscono che fanno crepar di ridere.

Claudia. Tu non puoi sapere quello che facciano, quando sono soli.

Colombina. Oh, soli non istanno mai. Ma zitto, che la padrona mi domanda. Non le dite nulla di quel che vi ho detto, per l’amor del cielo. Vengo, signora, vengo1. (entra in camera di donna Eleonora)

SCENA VI.

Donna Claudia e Donna Virginia.

Virginia. Che ne dite, donna Claudia? La cosa non è poi come si discorreva.

Claudia. Io non credo che Colombina dica la verità.

Virginia. Non l’avete sentita? Ha principiato subito a dir male della padrona, e se avesse potuto dir altro, l’averebbe detto assolutamente.

Claudia. Non si può però negare ch’ella non sia un poco ambiziosetta.

Virginia. Cara donna Claudia, specchiamoci in2 noi.

Claudia. Che? Vorreste metterla in confronto mio? Mi fareste un bell’onore!

Virginia. Eccola, eccola che viene. (s’apre la camera3)

SCENA VII.

Donna Eleonora in abito vedovile e dette.

Claudia. (Oh bella! ha messo il bruno). (a donna Virginia)

Virginia. (Guardate come sta bene). (a donna Claudia)

Claudia. (Spicca, spicca la biacca con quel nero).

  1. Le edd. Bett. e Sav. aggiungono: Vorrà forse la molettina per strapparsi i peli della fronte.
  2. Bettin. e Sav.: Guardiamoci.
  3. Bettin. e Sav. aggiungono: e si vede uscire