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lità de’ talenti vostri, e nella prole medesima ha sparse e spargerà sempre mai le sue divine Benedizioni.
Fra gli onesti trattenimenti di questa vita, Voi ammettete le mie Commedie, intervenendovi con qualche sollecitudine, eccitando gli amici Vostri a vederle, indi parlandone in guisa che arreca loro e fregio, e credito, ed avvantaggio, onde posso ben lusingarmi, che non isdegnerà l’E. V. che per maggior mio decoro ponga il venerabile nome Vostro in fronte ad una di esse, e Voi siate veduto nel catalogo de’ miei benignissimi Protettori.
Io non voglio raccomandare questa povera imperfetta Opera mia ne alla grandezza Vostra, che per antichità e dignità sublime gareggia colle Ducali più illustri della Repubblica Serenissima, e nè tampoco alla sapienza Vostra, che malgrado la Vostra moderazione sì ben traluce in ogni atto ed in ogni Vostra parola; ma la dirigo soltanto a quella virtude ch’è a Voi più cara, cioè all’amabile gentilezza Vostra, colla quale tutto solete aggradire, tutti solete beneficare. Sia frutto della benignità di V. E. il dono di cui umilmente vi supplico, unito all’altro di potervi baciare ossequiosamente le mani.
Di Vostra Eccellenza
Bologna, li 31 Maggio 17521.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |
- ↑ Questa data trovasi soltanto nel t. III (1752) dell’ed. Bettinelli, dove la prima volta fu stampata la presente lettera di dedica.