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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/126

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118 ATTO PRIMO


Lelio. Per sì bella cagione rinunzierei tutte le più belle dame del mondo.

Rosaura. Mi burlate?

Lelio. Dico davvero.

Rosaura. Caro Conte!

Lelio. Adorabile madamina!

Brighella1. Lustrissima. La signora contessa Beatrice l’è fermada colla carrozza alla porta, e la manda a veder se vossustrissima è in casa, e se la poi vegnir a farghe una visita.

Rosaura. Padrona. (s’alza)

Brighella. (Adesso la camisa no ghe tocca el preterito). (parte)

Rosaura. Veramente è sollecita questa dama.

Lelio. Spero che resterete contenta.

Rosaura. Ha marito?

Lelio. Sì. Il conte Onofrio. È un buonissimo uomo; mangia e beve, e non pensa ad altro.

Rosaura. Lascia far tutto alla moglie?

Lelio. Tutto.

Rosaura. Felici quelle donne che possono far così.

Lelio. Bisognerà andarle incontro.

Rosaura. Ma dove?

Lelio. Io direi alla scala.

Rosaura. Oh no, Contino mio; basterà ch’io vada alla porta di camera.

Lelio. Per la prima volta che viene a visitarvi, potete far qualche cosa di più.

Rosaura. Se lo facessi una volta, sarei obbligata di farlo sempre.

Lelio. Abbondare in gentilezza è cosa sempre ben fatta.

Rosaura. Chi troppo si abbassa, non esige rispetto.

Lelio. Finalmente è una dama.

Rosaura. Ed io non sono la sua cameriera.

Lelio. Presto, andatele incontro. Vedetela, è qui alla porta.

Rosaura. Basta che mi veda disposta per incontrarla. (fa qualche passo Verso la porta)è

  1. Qui comincia nell’ed. Bett. la sc. VII.