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IL BUGIARDO 359


non può disprezzaria. Quando l’avrò sposata, la Napolitana si convertirà in Veneziana. Mio padre vuol dei bambini? Gliene faremo quanti vorrà. (parte

SCENA XIV1.

Strada col terrazzino della casa del Dottore.

Florindo e Brighella.

Florindo. Brighella, son disperato.

Brighella. Per che causa?

Florindo. Ho inteso dire che il dottor Balanzoni voglia dar per moglie la signora Rosaura ad un marchese napolitano.

Brighella. Da chi avì sentido a dir sta cossa?

Florindo. Dalla signora Beatrice sua sorella.

Brighella. Donca no bisogna perder più tempo. Bisogna che parlè, che ve dichiarè.

Florindo. Sì, Brighella, ho risolto spiegarmi.

Brighella. Sia ringrazià el cielo. Una volta ve vederò fursi contento.

Florindo. Ho composto un sonetto, e con questo penso di scoprirmi a Rosaura.

Brighella. Eh, che no ghe vol sonetti. L’è meio parlar in prosa.

Florindo. Il sonetto è bastantemente chiaro per farmi intendere.

Brighella. Quando l’è chiaro, e che siora Rosaura el capissa, anca el sonetto pol servir. Possio sentirlo anca mi?

Florindo. Eccolo qui. Osserva come è scritto bene.

Brighella. No l’è miga scritto de vostro carattere.

Florindo. No, l’ho fatto scrivere.

Brighella. Perchè mo l’avì fatto scriver da un altro?

Florindo. Acciò non si conosca la mia mano.

Brighella. Mo no s’ha da saver che l’avì fatto vu?

Florindo. Senti, se può parlare più chiaramente di me.

  1. Nell’ed. Bett. è sc. XIII.