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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/460

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446 ATTO PRIMO

Colombina. Un’altra volta non sarà così.

Luigia. L’hai fatta tu questa scuffia?

Colombina. Eccellenza sì. Che dice? Non è ben fatta?

Luigia. Mi pare antica.

Colombina. In verità è all’ultima moda.

Luigia. Queste ale non mi piacciono.

Colombina. E pure si usano.

Luigia. Oibò, che brutta scuffia! Non mi piace.

Colombina. Se non le piaceva, poteva lasciarla a quella povera ragazza.

Luigia. Tu non sei buona da nulla.

Colombina. Pazienza. (Ho una rabbia, che la scannerei), (da sè)

Luigia. Tieni questa scuffia.

Colombina. La tengo.

Luigia. Dove hai ritrovati quei fiori?

Colombina. Mi sono stati donati.

Luigia. Chi te li ha dati?

Colombina. Il buffone1.

Luigia. Arlecchino? Il buffone te li ha dati? Fraschetta! Fai forse all’amore?

Colombina. Io non faccio all’amore. Mi ha usata questa finezza, perchè qualche volta do dei punti al suo abito buffonesco.

Luigia. Dammi quei fiori; li voglio io.

Colombina. Non sono fiori da pari sua. (Ha invidia anche di questi fiori). (da sè)

Luigia. Dammi, che li voglio.

Colombina. Eccoli, si serva. (Maledetta!) (da sè)

Luigia. Tutta fiori la signora graziosa!

Colombina. (Non ci starei, se mi desse due doppie al mese). (da sè)

Luigia. Il Conte dove si trova?

Colombina. Io l’ho veduto nel salotto, che beveva la cioccolata col padrone.

Luigia. Va a vedere dov’è, e s’egli è solo, digli che gli voglio parlare.

  1. Bett. aggiunge: di Corte.