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480 ATTO SECONDO

Aspasia. So quanto sia grande la vostra bontà.

Luigia. Credetemi che vi voglio bene.

Aspasia. Compatite se sono venuta ad incomodarvi. Don Sancio ha voluto così.

Luigia. Avete fatto benissimo, anzi vi prego di venir più spesso. Mio marito va poco fuori di casa; ho piacere che abbia un poco di compagnia.

Sancio. Mia moglie è poi caritatevole.

Aspasia. Fino che ci vengo io, sapete chi sono, ma guardatevi da certe amiche...

Luigia. Come sarebbe a dire?

Aspasia. Non fo per dir male; ma quella donna Elvira... Basta, m’intendete.

Luigia. Vi è qualche cosa di nuovo?

Aspasia. Tutta la città mormora. Suo marito fa contrabbandi a tutt’andare, e dicesi che voi li proteggete. |(Bisogna ch’io faccia per don Sigismondo, s’egli ha da fare per me). (da sè)

Sancio. Signor sì, e voi mi siete venuta a tentare per il rilascio de’ pizzi.

Luigia. Io non credeva che lo facesse per professione.

Sancio. Don Filiberto avrà finito di far contrabbandi.

Aspasia. Perchè?

Sancio. Il perchè lo so io.

Luigia. Amica, che bello spillone avete1 in capo!

Aspasia. È una bagattella che costa poco.

Luigia. È tanto ben legato, che fa una figura prodigiosa. Lasciatemelo un poco vedere.

Aspasia. Volentieri. Eccolo.

Sancio. Il vostro, che non vi piace, che non avete mai voluto portare, è meglio mille volte di questo. (a donna Luigia)

Luigia. Eh, non sapete quel che vi dite. Questo è magnifico; muoio di volontà di averne uno compagno.

Aspasia. Se comandate, siete padrona.

  1. Bett.: avete un gran bel spillone.