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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/500

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486 ATTO SECONDO

Isabella. Grazie.

Sigismondo. Ei vi vorrebbe parlare.

Isabella. Quando?

Sigismondo. Questa sera verrò io a prendervi, e verrete con me; ma zitto, che la signora madre non lo sappia.

Isabella. Oh! io ho paura di lei.

Sigismondo. Che paura? Il signor padre è contento, e quando è contento il padre1...

SCENA XVIII.

Donna Luigia in disparte, veduta da Don Sigismondo, ma non da Donna Isabella.


Sigismondo. Questo non è loco per voi. Andate nella vostra camera, ubbidite la signora madre, e mai più non parlate di maritarvi.

Isabella. (Il segretario è impazzato). (da sè, parte)

Luigia. Che! Ha detto forse colei di voler marito?

Sigismondo. Oh signora, voi qui? Nulla, nulla, non ha detto nulla.

Luigia. Ma perchè l’avete voi rimproverata?

Sigismondo. In verità io scherzava, io non ho detto nulla.

Luigia. Voi siete un gran buon uomo. La volete coprire, ma io so ch’è una sfacciatella.

Sigismondo. Povera ragazza! Qualche volta va compatita.

Luigia. Tutto soffrirò, ma che non parli di prender marito.

Sigismondo. Mi date l’autorità, signora, di farle una correzione da padre?

Luigia. Sì, mi farete piacere.

Sigismondo. Basta così, sarete servita.

Luigia. Il Conte me la pagherà.

Sigismondo. Che mai le ha fatto, signora?

Luigia. Si è dichiarato per Isabella.

  1. Bett., Pap. ecc.: contento lui.