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L'ADULATORE 511

Sancio. Dov’è Brighella? Dove sono i poveri servitori? Trovateli, li voglio pagare, li voglio rimettere.

Luigia1. Or toccherà a voi a pensare a provvedermi i due cavalli per il tiro a sei. (a don Sancio)

Sancio. Perchè?

Luigia. Perchè ho dato sessanta doppie al, segretario, ed egli me le ha mangiate.

Sancio. Donde aveste le sessanta doppie?

Luigia. Dal cassiere della comunità2.

Sancio. Oh me meschino! Sono assassinato da tutti.

Pantalone. Eccellenza, son qua, se la comanda, ecco le cento doppie.

Sancio. Signor Pantalone, tenete il vostro denaro, io non voglio altri impegni. Voglio rinunziare il governo, onde riserbatevi ad informare il mio successore; e voi, signora donna Aspasia, signora imitatrice del mio buon segretario...

Aspasia. Basta così. Intendo quel che dir mi volete. Il fine del segretario m’illumina3. Io correggerò i miei difetti, pensate voi a correggere i vostri. (parte)

Pantalone. Donca no la vol...

Sancio. È finita. Non ne voglio saper altro. Confesso che non ho abilità per distinguere i buoni ministri dagli adulatori, onde è meglio che mi ritiri, e lasci fare a chi sa. Fissiamo sugli accidenti veduti, e concludiamo che il peggiore scellerato del mondo è il perfido Adulatore.

Fine della Commedia.



  1. Comincia l’ultima scena nelle edd. Bettin. e Pap.
  2. Bett.: Dal fattor di campagna.
  3. Bett. e Pap. aggiungono: e non aspetterò che giunga la morte a farmi mutar costume.