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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/592

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578 ATTO SECONDO

E il padron porge al buon coniglio il frutto,

Perchè gli altri trovar lo san per tutto.

Beatrice. Vuol dire la vostra favola, per quel che intendo, che la carità va fatta a chi non la sa domandare.

Corallina. Per l’appunto.

Beatrice. Quand’è così, i poeti certamente da me non l’avranno.

Corallina. E perchè?

Beatrice. Perchè essi domandano più sfacciatamente degli altri, onde li disprezzo tutti egualmente.

Corallina. Un’altra favola, e vado via.

Beatrice. Oh, sono annoiata!

Corallina. Di animali porcini era una truppa,

Che mangiava di semola la pappa;
Di moscato fu lor data una zuppa,
Entro le madreperle fatte a cappa.
Ciascuno si ritira e si raggruppa,
E dal moscato e dalle perle scappa;
Onde queste parole sono uscite:
Ai porci non si dan le margarite. (parte)

Beatrice. Temeraria, indegna! Questo ancor dovrò soffrire? Giuro al cielo, se non mi vendico, non son chi sono.

SCENA X1

Tonino e Beatrice.

Tonino. Patrona reverita, con chi la gh’ala?

Beatrice. Con quella temeraria di vostra moglie.

Tonino. Desgraziada! Cossa gh’ala fatto?

Beatrice. Mi ha perduto il rispetto.

Tonino. Baronzella! La prego dirme, come èla stada! La castigherò2. (Bisogna imbonirla, chi vol magnar in pase.) (da sè)

  1. Sc. VIII nell’ed. Bett.
  2. Bett. aggiunge: la bastonerò, la cazzerò via.