Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/169

Da Wikisource.

IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 157

Ottavio. Se foste stato in un collegio di donne, e non di uomini, avreste appreso che le donne per lo più pensano sempre al male; giudicano a seconda di quel che pensano, e vogliono effettivamente che sia tutto quello che hanno pensato. Contino mio, lo proverete.

Florindo. Voi mi fate passare la volontà di ammogliarmi.

Ottavio. Oh, se tutti dicessero così, povero mondo!

Florindo. Voi però non vi siete ammogliato.

Ottavio. E non mi ammoglierò.

Florindo. E volete fare questo regalo a me?

Ottavio. L’avete a fare per conservar la famiglia.

Florindo. Perchè non potreste conservarla voi?

Ottavio. Orsù, andiamo subito a far una visita alla Marchesina vostra sposa, che sta qui vicina di casa. Se vi va a genio, prendetela; se no, a dirvela poi, non me n’importa. Circa alla casa, io penso a me, voi pensate a voi. Ognuno pensa per sè. V’è chi si dispera per non aver eredi, v’è chi dice: morto io, morto il mondo. Io sono uno di questi. Andiamo dalla Marchesina. (parte)

Florindo. Che stravaganza! Passar dalla serietà del collegio al brio del gran mondo! Che vario modo di pensare hanno gli uomini! Mio zio1 in un quarto d’ora mi ha fatto dieci diverse proposizioni, ognuna delle quali mi sarebbe costata in altro tempo un anno di applicazione. Orsù, andiamo a veder la sposa. Questo per ora è il più bello studio, a cui mi possa applicare. (parte)

SCENA V2.

Camera in casa di donna Eleonora.

Donna Eleonora e la Marchesina Rosaura.

Eleonora. Signora nipote, se farete così, non vi condurrò in nessun luogo.

Rosaura. Io non vi ho pregato di farlo.

  1. Bett.: La testa di mio zio.
  2. Sc. XIII nell’ed. Bett. e VI nell’ed. Pap.