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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 159

Eleonora. Ih, ih, signora nipote, siete sulle furie.

Rosaura. Siete venuta molto rossa, signora zia.

Eleonora. Passi, è padrone.

Servitore. Vi è con esso lui il signor Contino suo nipote.

Eleonora. Suo nipote? È venuto?

Rosaura. È venuto il Contino? (freddamente)

Servitore. Che passino.

Eleonora. Sì, sì, passino. (Questa visita non è per me). (servitore parte)

Rosaura. (La visita del nipote guasta quella del zio). (da sè)

Eleonora. Mi rallegro con lei, signora sposa.

Rosaura. Ed io con lei.

Eleonora. Il signor Contino verrà ad offerirle la mano.

Rosaura. E il signor Conte verrà a lei a offerire il cuore.

Eleonora. Se ciò fosse, avreste invidia?

Rosaura. Quando avrò veduto il Contino, ve lo saprò dire.

SCENA VII1.

Il Conte Ottavio, Florindo. Servitore accomoda le sedie,
e poi va, e torna; e dette
.

Ottavio. Servitore umilissimo di queste dame. Ecco qui il Contino mio nipote, il quale arrivato due ore sono in Napoli, non ha voluto preterire un momento ad esercitar seco loro gli atti del suo rispettoso dovere.

Eleonora. Il signor Contino è gentile, quanto manieroso ed obbligante è il Conte suo zio.

Florindo. Fortunati posso chiamare i primi momenti del mio arrivo a questa città, poichè ho il vantaggio di conoscere e di riverire due dame di tanto merito.

Eleonora. Signore, voi abbondate di gentilezza.

Rosaura. Le generose vostre espressioni tanto più mi confondono, quanto meno son certa di meritarle.

  1. Sc. XV nell’ed. Bett. e VIII nell’ed. Pap.