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ALL’ILLUSTRISS. SIG. CONTE

PARMENIONE TRISSINO

PATRIZIO VICENTINO1.


N
IUNO meglio di Lei, Illustriss. Sig. Conte, può giustificare, se sia vero che da un genio Comico sino ne’ primi anni dell’età mia trasportato io fossi; poichè avendo io l’onore di esser seco frequentemente fin dall’ora, il nostro più geniale trastullo, i nostri fanciulleschi diporti consistevano principalmente nell’abbozzare piccole Commediole per uso de’ Burattini, che dalle nostre mani medesime venivano poi regolati. Oh, dove sono eglino andati que’ felicissimi giorni, ne’ quali tanto piacere io provava nel passar l’ore colla di Lei amabilissima compagnia? I soli voti ch’io porgeva all’amorosa mia Madre erano questi, o di poter io frequentare la di Lei Casa, o impetrare ch’Ella si degnasse di passar nella mia. E tanto amore e tanta benignità avea per essa la nobilissima di Lei Genitrice, nata dalla illustre, eccelsa Famiglia degli Estensi Tassoni, che con generosa condescendenza non cessava di secondar le mie brame. Il Padre mio in quel tempo trovavasi dalla di lui Famiglia lontano; molti anni lasciò la Moglie e due Figli senza la di lui presenza e custodia, poichè vendutasi al pubblico incanto quella carica di Notaro al Magistrato Eccellentissimo de’ cinque Savj alla Mercanzia in Venezia, che per quarant’anni aveva esercitata2 per grazia e dono della pubblica beneficenza, non trovandosi in grado di soccombere al gravoso sborso, tentò di cercare altrove miglior destino, e stette in Roma parecchi anni ad imparare la Medicina, nella quale poscia si esercitò per tutto il tempo di vita sua, e morì Medico condotto
  1. Questa lettera di dedica uscì la prima volta nel t. V dell’ed. Paperini di Firenze, in principio dell’anno 1754.
  2. Sembra mancare una parola. Intendasi l’avo paterno del nostro commediografo, Carlo Alessandro Goldoni di Modena (padre di Giulio). Vedi C. Borghi, Memorie sulla vita di C. G; e Mém.es di C. G., curati da E. von Loehner (Ven. 1883) e da G. Mazzoni (Firenze, 1907).