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L'AUTORE

A CHI LEGGE.1


N
ON sarò io il primo che abbia al pubblico esposto in una Commedia il Giuocatore; ma tale Argomento è questo, che meriterebbe essere con più e più Commedie in varie guise trattato, fintanto che si estirpasse il vizio che, secondo me, lo credo il peggiore di tutti. Experto crede Roberto, dicesi per proverbio. Anch’io ho provato le pessime conseguenze di questo affannoso piacere. Il maggior benefizio ch’io abbia riportato dall’impegno di scrivere più Commedie in un anno è questo, che occupato quotidianamente in tale esercizio, poco tempo mi resta per divertirmi, e quelle ore che ho destinato al respiro, non le sagrifico ad un tavoliere, dove si perde il tempo, i denari, la salute, e talvolta pur troppo la riputazione. S’io avessi posto in iscena un Giuocator fortunato, brillante, allegro, generoso e felice, avrei formata una Commedia più viva, più gioconda, e forse assai più dall’Universale gradita, ma avrebbe ella servito a solleticare gli animi al vizio, ed avrei innamorato gli Ascoltatori di una lusinghiera e falsissima compiacenza. Il mio Giuocatore facendolo sfortunato, come per la maggior parte tali sono i Giuocatori viziosi, fa conoscere al Mondo i pregiudizi di una sì funesta passione, la quale a poco a poco conduce l’uomo ad uno stato miserabile, e a perdere di vista l’interesse, gl’impegni, le convenienze e l’onore.

Io non pretendo già che le mie Commedie abbiano ad essere la scuola degli uomini; ma questa sì vorrei che lo fosse, e in questa ho studiato di farla da Precettore, quanto mai ho potuto; perchè avendone io nel tempo passato avuto bisogno, avrei desiderato mirar su le Scene un esemplare, che mi avesse svegliato e corretto. Ma all’incontro non ho veduto rappresentare che Giuocatori, i quali menando una vita commoda ed allegra per ragione delle vicende del giuoco, non facevano che lusingare la mia passione.

  1. Questa avvertenza fu stamp. la prima volta nel t. V (1754) dell’ed. Paperini.