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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/34

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24 ATTO PRIMO

Pamela. Eccolo. (glielo rende)

Bonfil. Lascia vedere la mano.

Pamela. No, signore.

Bonfil. La mano, dico, la mano. (alterato)

Pamela. Oimè!

Bonfil. Non mi far adirare.

Pamela. Tremo tutta. (si guarda d’intorno, e gli dà la mano)

Bonfil. Ecco, ti sta benissimo. (le mette l’anello in dito)

Pamela. (Parte, coprendosi il volto col grembiale.)

Bonfil. Bello è il rossore, ma è incomodo qualche volta. Jevre. (chiama)

SCENA IV.

Madama Jevre e detto.

Jevre. Eccomi.

Bonfil. Avete veduta Pamela?

Jevre. Che le avete fatto, che piange?

Bonfil. Un male assai grande. Le ho donato un anello.

Jevre. Dunque piangerà d’allegrezza.

Bonfil. No; piange per verecondia.

Jevre. Questa sorta di lagrime in oggi si usa poco.

Bonfil. Jevre, io amo Pamela.

Jevre. Me ne sono accorta.

Bonfil. Vi pare che Pamela lo sappia?

Jevre. Non so che dire; ho qualche sospetto1.

Bonfil. Come parla di me?

Jevre. Con un rispetto che par tenerezza.

Bonfil. Cara Pamela! (ridente)

Jevre. Ma è tant’onesta, che non si saprà niente di più.

Bonfil. Parlatele.

Jevre. Come?

Bonfil. Fatele sapere ch’io le voglio bene.

Jevre. La governatrice vien rimunerata col titolo di mezzana?

  1. Bett.: ho i miei dubbi.