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LA FINTA AMMALATA 483

Buonatesta. Non si cava sangue senza l’ordinazione del medico.

Tarquinio. E in un caso simile lor signori non ordinan sangue?

Buonatesta. Voi fate il vostro mestiere, e noi facciamo il nostro. Unusquisque in provincia sua.

Merlino. Signor sì, in provincia sua.

Lelio. E intanto l’ammalata non si medica.

SCENA XV.

Pantalone, il dottor Onesti e detti.

Pantalone. Mo via, caro sior dottor Onesti, cossa hala recevesto da casa mia? Che difficoltà gh’ala de vegnir a visitar mia fia? Son galantomo, e recognosso le persone che merita.

Onesti. Che bisogno avete di me, se vostra figlia è assistita da tanti virtuosi signori?

Buonatesta. (Ehi, il dottor Onesti vede il caso disperato e si vuol cavare). (a Merlino)

Merlino. (Sì, si vuol cavare). (a Buonatesta)

Onesti. (La pietà m’ha indotto a ritornare. Povera giovine! La vogliono assassinare). (da sè)

Pantalone. Coss’è? Coss’hala mia fia? Cussì incantada la xe?

Buonatesta. Ha perduta la parola.

Pantalone. Come?

Merlino. Non parla più.

Pantalone. Oh poveretto mi! No la parla più? Mo per cossa?

Buonatesta. Il polso balza.

Merlino. Il polso è sintomatico.

Tarquinio. Sangue, sangue.

Onesti. Ha perduta la parola? (a Beatrice)

Beatrice. Osservatela.

Onesti. Non parla più? (a Merlino)

Merlino. È sintomatica.

Onesti. Io resto attonito! Signora Rosaura.

Rosaura. Che mi comanda, signor dottore?

Onesti. Come state?