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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/285

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L'AUTORE

A CHI LEGGE.


L

A prima volta ch’io diedi al pubblico la presente Commedia, il Protagonista di essa, l’Avventuriere Guglielmo, parlava col veneziano idioma. Ciò poteva rendere la Commedia medesima più gradita in Venezia, ma nelle altre parti dovea succedere ragionevolmente il contrario; poichè le grazie di una lingua piacciono allorchè sono perfettamente intese, e perdono il loro merito quando non colpiscono immediatamente nell’animo di chi le sente. Ma dirò anche, per manifestare, siccome io soglio, la verità, non aver io preferito nel mio Avventuriere la veneziana alla toscana favella, perchè ciò credessi essere meglio fatto; ma perchè un valente Giovine, solito a far la parte del Pantalone, brillantissimo in tali caratteri veneziani, senza la maschera sostenuti, mi assicurava di un esito fortunato1; lo che difficilmente allora avrei conseguito, se ad altro Comico avessi anche in altro linguaggio una cotal parte addossata. Ora poi che tale Commedia rendesi colla stampa comune, e in varj paesi può accadere che venga rappresentata, difficilissima cosa essendo che si trovi per l’appunto un Veneziano che la sotenga, e peggio se taluno volesse una lingua a lui forestiera balbettar malamente, convenevole cosa ho creduto il convertirla in toscano. Anzi necessarissimo ho trovato di farlo, poichè allora soltanto è permesso usare un linguaggio particolare nelle Commedie Italiane, quando il carattere del personaggio lo esiga, non potendosi, per esempio, fare che il Pantalone, l’Arlecchino, il Brighella usino la favella toscana; siccome nè tampoco poteva usarla l’Avvocato mio Veneziano nella Commedia così intitolata, perchè coi termini del proprio Foro dovea comparire a fronte dell’avversario, in una città pochissimo da Venezia distante. Ma qui, quantunque l’Avventuriere sia veneziano, non vi è ragione che l’obblighi a usar il proprio dialetto, tanto

  1. Allude il Goldoni ad Antonio Collalto, più volte nominato e lodato.