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I PETTEGOLEZZI DELLE DONNE 499

Salamina. Sì, andiamo. Voi siete la mia unica figlia. Non sono miserabile. Risorgerà la mia casa, e tutto farò per voi.

Musa. E mi a to nozze donar abagiggia.

Checca. Eh, siora Abagiggi caro, m’ave fatto suspirar la mia parte.

Musa. Mi non avira colpa, te prego perdonara.

Beatrice. Compatite anche me, se innocentemente vi ho pregiudicato.

Eleonora. Ed io parimente vi chiedo scusa.

Lelio. Signore mie, senza pregiudicare al merito del loro sesso, che stimo e venero infinitamente, ora ho imparato un non so che di più circa alle donne, che mi obbliga a ritirarmi e a star lontano, per fuggire l’incontro dei loro graziosissimi pettegolezzi.

Beatrice. Il pazzo ci tocca sul vivo.

Eleonora. È venuta la sua, e si è voluto rifare.

Pantalone. Via, destrighemose, e andemo a casa.

Beppo. Oh quanti pettegolezzi!

Checca. Per causa de quelle pettegole son stada travaggiada, e squasi in stato de desperazion. Che le me staga lontan, no le voggio più per i piè. Sia ringrazià el cielo, adesso sarò contenta. Ho trova el pare, ho tornà a recuperar el novizzo, viverò quieta in pase; e la maniera de viver ben, xe praticar poco e star lontan dai Pettegolezzi; perchè da questi per el più nasse la rovina delle fameggie1.

Fine della Commedia.





  1. Segue nell’ed. Bettinelli questo SONETTO.

    Donne che colla grazia e con i vezzi
         Avè l’arte e el poder d’innamorar,
         No ve stè fra vualtre a ruvinar
         Colla superbia o coi pettegolezzi.
    E vualtri patroni, che sè avezzi
         Sulle povere donne a criticar.
         Che andè per le botteghe a mormorar.
         Che gh’ave troppa lengua e pochi bezzi;
    Avvertì che l’onor xe un panno fin,
         Presto presto la giozza se dilata.
         Se se ghe spande suso o l’oggio, o el vin.
    Un panno de natura delicata
         Per farlo scolorir, basta un tantin,
         E se stenta a nettar quando el s’imbratta.