Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/121

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Dottore. Caro signore, potrebbe da un momento all’altro venirgli l’occasione di servirsene.

Lelio. Quante volte arrivano dei casi che non si prevedono.

Dottore. La prego, signore, metta lei una buona parola per me. (a Lelio)

Lelio. Via, finalmente è un medico, di cui potreste un giorno aver anche voi di bisogno.

Dottore. In verità, la servirò con amore.

Pantaloncino. De doppie e de filippi son pien per tutto. Se ghe fusse una partia de zecchini, fursi fursi la torria per mandarli a Costantinopoli.

Dottore. Per l’appunto sono tanti zecchini. Tutti di Venezia. Due mille ducati in tanti zecchini.

Lelio. Volete di più? Ecco il vostro caso.

Pantaloncino. Ghe darò in baratto, se el vol, tante doppie.

Dottore. Io non voglio far baratto. Li voglio investire.

Pantaloncino. A quanto per cento?

Dottore. Almeno, almeno all’otto.

Pantaloncino. All’otto mo...

Lelio. Via, vonete far torto a questo galantuomo? Vorrete profittare per il bisogno ch’egli ha di impiegare il di lui denaro? Fate con lui quello che avete fatto cogli1 altri. Dategli l’otto per cento, e facciamo la cosa finita.

Dottore. (Sia ringraziato il cielo). (da sè)

Pantaloncino. Dove gh’ala i bezzi?

Dottore. Eccoli qui. Se vuole che li contiamo.

Pantaloncino. A contarli se sta troppo. La vegna qua, pesemoli a marco.

Dottore. Chi è questo marco?

Pantaloncino. Pesemoli a cento alla volta, che ghe tornerà conto anca a ela.

Dottore. Se mi tornerà a conto, lo vederemo.

  1. Bettinelli stampa cogl’altri; e così più avanti agl’amici, quegl’altri, co gl’occhi, gl’ho ecc.