Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/157

Da Wikisource.

147

Corallina. Sì, per causa della tua lingua.

Arlecchino. Mo cossa t’oggio fatto1 colla lingua?

Corallina. Chiacchierone! Cosa hai raccontato a Brighella?

Arlecchino. Mi no gh’ho dito altro che quel che ti m’ha dito ti.2

Corallina. Bravo! ed egli l’ha raccontato al padrone vecchio.

Arlecchino. Ma mi no gh’ho miga dito che el ghe lo diga.3

Corallina. T’ho pur detto io, che tu non lo dicessi a nessuno.

Arlecchino. Gnanca4 a Brighella?

Corallina. Ho detto a nessuno, a nessuno.

Arlecchino. I dis che ogni regola gh’ha la so eccezion, credeva de poderlo dir almanco a uno.5

Corallina. Sei un balordo.

Arlecchino. Ti vedi ben, semo paesani, semo camerada, el me vol ben, me conseio con lu.6

Corallina. Non occorr’altro. Confidati nel tuo Brighella; e con me, chi ha avuto ha avuto.

Arlecchino. Ma la dota mi non l’ho avuda.7

Corallina. E non l’averai nemmeno.

Arlecchino. Cossa vut che fazza de ti8 senza la dota?

Corallina. Quello che io farò di te.

Arlecchino. Che voi mo dir?9

Corallina. Ti mando al diavolo.

Arlecchino. E mi dove t’oi da mandar?10

Corallina. Ignorante!

Arlecchino. Et11 in collera. Corallina?

Corallina. Non esser buono da tacere un segreto.

Arlecchino. Via, compatissi12; fa conto che sia una donna.

Corallina. Io i fatti miei non li dico a nessuno.

  1. Pap.: Che cosa ho fatto io ecc.
  2. Pap.: Io non gli ho detto altro, se non quello che tu dicesti a me.
  3. Pap.: Ma io non gli ho detto che lo dicesse.
  4. Pap.: Neanche.
  5. Pap.: Dicono che ogni regola ha la sua eccezione, credevo di poterlo dire almeno a uno.
  6. Pap.: Vedi bene, siamo della stessa patria, siamo di camerata, mi vuol bene, ed io mi consiglio con lui.
  7. Pap.: La dote io non l’ho avuta.
  8. Pap.: Che vuoi che faccia di te ecc.
  9. Pap.: Che vuol dire?
  10. Pap.: Ed io dove devo mandarti?
  11. Pap.: Sei.
  12. Pap.: scusami.