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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/167

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Madamigella. Signore...

Pantaloncino. La xe un’arca de scienze.

Rainmur. Obbligato. (a Pantaloncino) In camera. (a madamigella, battendo il bastone per terra)

Madamigella. Vado. Signore. (una riverenza a Pantaloncino)

Pantaloncino. Comandela che la serva? (vuol dar braccio a madamigella)

Rainmur. Non importa, non importa. (lo trattiene con ironia)

Pantaloncino. El mio dover....

Rainmur. Ben obbligato.

Madamigella. (Anche mio zio ha poco studiato quella morale moderna, che unisce tanto bene la società ed il decoro.) (da sè, via)

Pantaloncino. Gran belle massime s’impara da quella so nezza.

Rainmur. Io ne sono contento.

Pantaloncino. Ma perchè l’ala fatta andar via?

Rainmur. Vi averà incomodato bastantemente.

Pantaloncino. Anzi la me insegnava delle bellissime cosse.

Rainmur. Mia nipote non è nata per fare la maestra alla gioventù.

Pantaloncino. La vede ben: discorrendo sempre se impara.

Rainmur. Non vorrei ch’ella imparasse qualche cosa da voi.

Pantaloncino. Cossa porla imparar da mi?

Rainmur. Perdonatemi. A non conoscere nè la civiltà, nè l’onore.

Pantaloncino. Come parleu, sior?

Rainmur. Vi dico in casa, quello che non vi dovevo dir sulla strada.

Pantaloncino. Mi son un omo incivil?

Rainmur. Con me non avete usata la civiltà.

Pantaloncino. Mi no conosso l’onor?

Rainmur. Se conosceste l’onore, sareste più pontuale.

Pantaloncino. Adesso capisso el fondamento dei bei discorsi de madamosella. Vu m’avè messo in descredito con vostra nezza. La m’ha strapazzà con bona maniera, ma la m’ha strapazzà. Da ela ho sopporta i strapazzi, da vu non li vôi sopportar.

Rainmur. Io non parlerò con voi, se voi non parlerete con me.