Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/175

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Beatrice. Possibile che ci vogliate abbandonare sì presto?

Rainmur. Vi ho dato un incomodo di quattro mesi.

Beatrice. Ma dunque, perchè partire?

Rainmur. Perdonate.

Beatrice. Forse per le leggerezze di mio fratello?

Rainmur. Le sue leggerezze pesano molto a chi sente l’onore.

Beatrice. Mio fratello sarà la rovina di questa casa.

Rainmur. Me ne dispiace infinitamente.

Beatrice. Mio padre è fuor di se stesso.

Rainmur. Il signor Pantalone è onest’omo.

Beatrice. Povero vecchio, piange amaramente.

Rainmur. Me ne dispiace infinitamente.

Beatrice. Mio fratello principia a conoscer i suoi disordini, e si vergogna di se medesimo, e piange unitamente a suo padre.

Rainmur. Padre buono di un figliuolo cattivo.

Beatrice. Io poi sono la più afflitta di tutti.

Rainmur. Voi? Perchè?

Beatrice. Ho troppe cose che mi tormentano.

Rainmur. E quali sono, madamigella?

Beatrice. Il padre.

Rainmur. Bene.

Beatrice. Il fratello.

Rainmur. Sì.

Beatrice. La casa.

Rainmur. Giustamente.

Beatrice. E un’altra cosa che non ardisco di dire.

Rainmur. Se non ardite dirla, crederò che non vi convenga, ne io vi importunerò per saperla.

Beatrice. Certamente sarete poco curioso di quelle cose che non vi premono.

Rainmur. Se si tratta del vostro bene, questo è quel che mi preme.

Beatrice. Eh monsieur Rainmur, voi sapete fare de’ complimenti.

Rainmur. No, madamigella, non ne so fare. Amo la verità.

Beatrice. Per questo, perchè amate la verità, capisco che non vi curate di persona alcuna di questa nostra famiglia.