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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/236

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224 ATTO PRIMO


Mirandolina. Un gran fazzoletto, signor Marchese!

Marchese. Ah! Che ne dite? È bello? Sono di buon gusto io? (a Mirandolina)

Mirandolina. Certamente è di ottimo gusto.

Marchese. Ne avete più veduti di così belli? (ad Ortensia)

Ortensia. È superbo. Non ho veduto il compagno. (Se me lo donasse, lo prenderei). (da sè)

Marchese. Questo viene da Londra. (a Dejanira)

Dejanira. È bello, mi piace assai.

Marchese. Son di buon gusto io?

Dejanira. (E non dice a’ vostri comandi). (da sè)

Marchese. M’impegno che il Conte non sa spendere. Getta via il denaro, e non compra mai una galanteria di buon gusto.

Mirandolina. Il signor Marchese conosce, distingue, sa, vede, intende.

Marchese. (Piega il fazzoletto con attenzione) Bisogna piegarlo bene, acciò non si guasti. Questa sorta di roba bisogna custodirla con attenzione. Tenete. (lo presenta a Mirandolina)

Mirandolina. Vuole ch’io lo faccia mettere nella sua camera?

Marchese. No. Mettetelo nella vostra.

Mirandolina. Perchè... nella mia?

Marchese. Perchè... ve lo dono.

Mirandolina. Oh, eccellenza, perdoni...

Marchese. Tant’è. Ve lo dono.

Mirandolina. Ma io non voglio...

Marchese. Non mi fate andar in collera.

Mirandolina. Oh, in quanto a questo poi, il signor Marchese lo sa, io non voglio disgustar nessuno. Acciò non vada in collera, lo prenderò.

Dejanira. (Oh che bel lazzo!) (ad Ortensia)

Ortensia. (E poi dicono delle commedianti!) (a Dejanira)

Marchese. Ah! Che dite? Un fazzoletto di quella sorta, l’ho donato alla mia padrona di casa. (ad Ortensia)

Ortensia. È un cavaliere generoso.

Marchese. Sempre così.