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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/279

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LA LOCANDIERA 267

SCENA IX.

Marchese solo.

È innamorato, si vergogna, e non vorrebbe che si sapesse. Ma forse non vorrà che si sappia, perchè ha paura di me; avrà soggezione a dichiararsi per mio rivale. Mi dispiace assaissimo di questa macchia; se sapessi come fare a levarla! Queste donne sogliono avere della terra da levar le macchie. (osserva nel tavolino e nel paniere) Bella questa boccetta! Che sia d’oro o di princisbech? Eh, sarà di princisbech: se fosse d’oro, non la lascierebbero qui; se vi fosse dell’acqua della regina, sarebbe buona per levar questa macchia. (apre, odora e gusta) È spirito di melissa. Tant’e tanto sarà buono. Voglio provare.

SCENA X.

Dejanira e detto.

Dejanira. Signor Marchese, che fa qui solo? Non favorisce mai?

Marchese. Oh signora Contessa. Veniva or ora per riverirla.

Dejanira. Che cosa stava facendo?

Marchese. Vi dirò. Io sono amantissimo della pulizia. Voleva levare questa piccola macchia.

Dejanira. Con che, signore?

Marchese. Con questo spirito di melissa.

Dejanira. Oh perdoni, lo spirito di melissa non serve, anzi farebbe venire la macchia più grande.

Marchese. Dunque, come ho da fare?

Dejanira. Ho io un segreto per cavar le macchie.

Marchese. Mi farete piacere a insegnarmelo.

Dejanira. Volentieri. M’impegno con uno scudo far andar via quella macchia, che non si vedrà nemmeno dove sia stata.

Marchese. Vi vuole uno scudo?

Dejanira. Sì signore, vi pare una grande spesa?

Marchese. È meglio provare lo spirito di melissa.

Dejanira. Favorisca: è buono quello spirito?