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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/305

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LA LOCANDIERA 293

qualche conferenza tenuta a Bruxelles, e, fra gli altri, G. M. Scalinger Mirandolina - Nennele, in La Ribalta, Napoli, 25 febbr. 1907; v. poi Ferd. Martini, C. Gold., in La Vita italiana nel Settecento (1895), Milano, Treves, pp. 229-232: Schmidbauer, Das comische bei G., München, 1906, pp. 75-7 e pref. alla Loc, Strasburgo, Heitz, 1910, in Bibliotheca Romanica, n. 109: E. Maddalena, Lessing e Goldoni, estr. dal Giorn. Storico, XLVII, 1906, pp. 10-1 1, per qualche reminiscenza nella Minna con Barnhelm - e si potrebbe seguitare per un bel pezzo, accennando anche a qualche ispirazione poetica), rivolgiamo un ultimo sguardo d’appassionato rimpianto alle grandi e alle leggiadre interpreti dell’Ottocento, a Maddalena Gallina, ad Anna Fiorilli Pellandi, a Carlotta Marchionni, a Rosa Bugamelli Sacchi, a Rosa Romagnoli, a Maddalena Pelzet, ad Albina Pasqualini, alla Ristori, alla Marini, alla Tessero, alla Reiter, alla Vitaliani ecc. e alla divina Duse; e, oltralpe, alle Mirandoline tedesche, la Velsing, la Heidn, la Devrient, Carlotta Hagn, Carolina Müller, Teresa Peche, Clara Stich, Agnese Sorma ecc., e a quelle d’ogni paese, la Zuericowska, polacca, Irene Vanbrugh, inglese, Lucinda do Carmo, portoghese ecc. (v. Maddalena, 1. e). - E quante volte all’orecchio della fanciulla creata da Carlo Goldoni risuonarono le note musicah! Sette libretti contò il Musatti (Drammi music, di G. e d’altri tratti dalle sue comm.e, Ven., 1898, p. 7) musicati da Seb. Nasolini (Amor la vince, 1793 e la Loc., 1800) Simone Mayr (due, nel 1800) Gius. Farinelli (la Loc. di spirito, 1805) Salvat. Agnello (1839) Emilio Usiglio (1861); un ottavo scoperse il Maddalena (Libretti del Gold, e d’altri, estr. dalla Rio. music, it., VII, 1900, p. 4-5), con musica di Ant. Salieri, (1 773), e di tre altri sospettò l’origine goldoniana (la Locandiera di spirito, Napoli, 1768: v. Croce, I teatri di Nap., p. 540; la Belle hôtesse, 1793; l’Albergatrice scaltra, Napoli 1807): il primo dei quali, primo anche per tempo, segnò pure il Ricci, con musica di Piccinni (nel 1 770, a Bologna: v. Corr. Ricci, I teatri di Bol., ecc., Bol., 1888, p. 490). Nella Gazzetta Urbana Veneta dei 13 ott. 1793 si ricorda una Locandiera, o sia il Fanatico in berlina, del Paisiello. (Noto subito che nulla ha da che fare con Goldoni una farsetta col titolo di Locandiera, stampata nel 1759 a Siena tra i Compon. teatrali di Gir. Gigli, attribuiti invece a Gabriello Gabrielli).

Vero è che troppo umile parve a taluno la condizione sociale di Mirandolina, ma nel Settecento l’arte scendeva volentieri fino al popolo: e lo stesso rimprovero fu fatto, dopo le commedie goldoniane, agli eroi del romanzo di A. Manzoni. Invano Alberto Nota volle donare al teatro una Lusinghiera 1814, recit. 1819) ingentilita e punita: la sua donna Giulia passò sul palcoscenico con un fruscio di vesti eleganti, fatta vivere per poco da Carlotta Marchionni, e appassì come il mazzo di fiori che teneva in mano. - Mirandolina continua oggi e sempre a stirare la biancheria, mentre scoppiano nella locanda gli alterchi del Conte e del Marchese, e cresce drammaticamente la passione del cavaliere di Ripafratta: stira, e canta Viva Bacco e viva Amore; poi ci lascia pieni del suo profumo femminile, ripetendo con dolcezza il saluto: Compatite se non vi ho fatto... - Sulla sua giovinenza è già trascorso più di un secolo e mezzo, ma nessuno le potrà togliere il vanto di essere la figura di donna più viva di tutto il teatro comico.

Chi desiderasse notizia del senatore Giulio Ruccellai, a cui fu dedicata