Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/336

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322 ATTO PRIMO

Corallina. Per me non ci penso; già so tutto.

Florindo. Quando sapete tutto, saprete che non si fa niente di male.

Corallina. Anzi si fa del bene.

Florindo. Ma ditelo a Rosaura: ditele che non istia a sospettare.

Corallina. Per contentarla, bisognerebbe fare una cosa.

Florindo. Che cosa?

Corallina. Condurla a vedere.

Florindo. I miei amici non vogliono donne; e poi, pare a voi che a una fanciulla onesta e civile convenisse andare dove non vi sono che uomini?

Corallina. È verissimo, ma anche a ciò vi è il suo rimedio. Potrei venire io in vece sua, veder tutto, e saperle dire la verità.

Florindo. Ma se non entran donne.

Corallina. Potrei venire travestita da uomo.

Florindo. Io credo che siate più curiosa1 della vostra padrona.

Corallina. Oh, pensate! se so tutto io; non ho curiosità. Faccio solo per metter in quiete la signora Rosaura. Quando le dirò: signora, ho veduto, la cosa è così; mi crederà, starà in pace, e non tormenterà più nemmeno voi.

Florindo. Questa cosa non si può fare.

Corallina. E se non si può fare questa, non si potrà fare nemmeno quell’altra.

Florindo. Che vuol dire?

Corallina. Le vostre nozze colla signora Rosaura.

Florindo. Ma perchè?

Corallina. Perchè ella è impuntata così. Vi crede poco, e se io non l’assicuro della verità, non ne vuol più sapere.

Florindo. E dovrei pormi a rischio di disgustar tanti galantuomini, per dar a lei una sì ridicola soddisfazione?

Corallina. Eh signore, si vede che non le volete bene.

Florindo. L’amo più di me stesso.

Corallina. Quelli che amano veramente, farebbero altro per la loro bella!

  1. Pap. aggiunge: voi.