Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/360

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346 ATTO SECONDO

Pantalone. (Eh, la xe una donna; cossa diavolo xe sto negozio!) Perchè no vala drento? (a Corallina)

Corallina. Aspettava il signor Ottavio.

Pantalone. Tutti gh’ha le so chiave. Non la le gh’ha ela?

Corallina. Oh si signore, le ho ancor io.

Pantalone. La lassa veder mo?

Corallina. Che serve? le ho.

Pantalone. Co no la le mostra, xe brutto segno.

Corallina. Eccole. (fa vedere le chiavi)

Pantalone. Via donca, la resta servida: la vaga in casa.

Corallina. Andate voi, che or ora verrò ancor io.

Pantalone. Mi gh’ho un pochetto da far. Vago in t’un servizio e po torno. La vaga ela?

Corallina. Farò come comandate.

Pantalone. (Vôi ben veder dove va a finir sto negozio). (da sè)

Corallina. Va ella? o vado io?

Pantalone. La vaga pur èla. Amicizia.

Corallina. Amicizia.

Pantalone. (Neil’accostarsele, afferra le chiavi in mano a Corallina.)

Corallina. Come, signore? (si difende)

Pantalone. Chi v’ha dà ste chiave? Chi seu? Cossa voleu?

Corallina. Amicizia.

Pantalone. Colle donne no vôi amicizia.

Corallina. Sono scoperta. Aiutami, gambetta. (parte correndo)

Pantalone. A rotta de collo! Ti gh’ha rason, che no gh’ho voggia de correr. Come xelo sto negozio? Do mue de chiave fora de man? Ste chiave in man de do donne? Donne introdotte in te la nostra conversazion? A monte tutto; fogo a tutto; no ghe ne vôi più saver. (entra in casa e chiude)

SCENA XIX.

Ottavio e Lelio.

Lelio. Ho piacere d’avervi trovato. Ho perso le chiavi, e non so dove e non so dir come; appunto stavo in attenzione di qualche amico che aprisse.