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IL CONTRATTEMPO 417

Corallina. Avendogli detto che siete per andar a tavola, se n’è andato.

Beatrice. Credi tu che ritornerà?

Corallina. Egli ha della stima per voi.

Beatrice. Sì, il signor Lelio ha della bontà per me, e le sue visite mi sono care.

Corallina. Quello sarebbe a proposito, signora padrona... Ma non si può parlare.

Beatrice. Parla, chi te lo impedisce?

Corallina. Eh signora, siete troppo prevenuta in favore del signor Ottavio.

Beatrice. Non è vero. Mi sono quasi disingannata.

Corallina. Se fosse vero, mi azzarderei a dirvi un non so che a proposito del signor Lelio.

Beatrice. Parla liberamente. Sono in istato di sentir tutto con pienissima indifferenza.

Corallina. Egli mi ha confidato, signora, che ha dell’amore per voi.

Beatrice. Per me? (dolce)

Corallina. E ve lo farebbe sapere con maggior fondamento, s’ei non temesse un rivale nel signor Ottavio.

Beatrice. Tutti credono che io sia schiava di Ottavio, ma il mio cuore è un cuor libero. Il signor Lelio è un giovane che non mi dispiace.

Corallina. Più che ci penso, più lo trovo al caso vostro.

Beatrice. Sì, ha delle circostanze buone: non lo nego.

Corallina. Volete che così dolcemente gli dia qualche buona speranza?

Beatrice. Non t’impegnare. Digli qualche parola studiata, che non significhi, ma che si possa interpretare... tu mi capisci.

Corallina. Vi capisco, ma capisco anche... non vo’ dir altro.

Beatrice. Parla.

Corallina. Ecco il degnissimo signor Ottavio. (con ironia)

Beatrice. (In veggendolo, mi si rimescola il sangue). (da sè)

Corallina. Vuole in tavola? (a Beatrice)

Beatrice. Aspetta. (con collera)