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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/472

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458 ATTO TERZO

SCENA XXII.

Corallina e detti.

Corallina. Signora padrona. Sapete che cosa ha fatto il signor Ottavio?

Ottavio. Taci lì. (a Corallina)

Beatrice. Che ha fatto?

Corallina. Mi ha strapazzata. Mi ha tirato un bastone, mi ha colpita nella testa, e poi ha rotto lo specchio.

Beatrice. Anche lo specchio?

Ottavio. Ve lo pagherò.

Corallina. Con quali denari?

Ottavio. Maladetta! Me la pagherai.

SCENA XXII.

Florindo e detti.

Florindo. Eccomi qui.

Rosaura. Eccolo, eccolo.

Pantalone. Presto, deve la man da sposi.

Florindo. Ma non volete aspettare... (a Pantalone)

Pantalone. No gh’è altro aspettar, subito deghe la man.

Florindo. Per me son pronto. Che dice la signora Rosaura?

Rosaura. Io ve l’avrei data, che sarebbe un pezzo.

Florindo. Ecco la mano.

Rosaura. Sì, eccola.

Pantalone. Sè mario e muggier. Vedeu, siori? (a Lelio e a Beatrice) Per questo mia fia giera andada in traccia de lu, perchè el doveva esser el so caro mario. E vu, sior tocco de desgrazià, che avè messo alla berlina do volte la mia reputazion, andè via de sta casa, e no ghe vegnì mai più, se no volè che ve fazza romper i brazzi.

Ottavio. Signora Beatrice...

Beatrice. Beatrice non è più per voi. La vostra temerità, la vostra