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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/501

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LA DONNA VENDICATIVA 485

Ottavio. Sei un asino, non è vero. Ho detto Corallina.

Arlecchino. Corallina la vegnirà.

Ottavio. La cioccolata.

Arlecchino. Eccola qua.

Ottavio. Lei, lei mi ha da portare la cioccolata.

Arlecchino. E in mancanza de lei, lei, l’ho portata io, io.

Ottavio. Temerario! Ti bastonerò.

SCENA IV.

Corallina e detti.

Corallina. Zitto, zitto. Che cos’è questo strepito?

Ottavio. Voglio bastonare colui.

Corallina. Animo, non voglio che si gridi, (ad Ottavio, con autorità)

Ottavio. È un temerario.

Corallina. Volete tacere?

Ottavio. Briccone! (sottovoce)

Corallina. Dammi quella cioccolata. (ad Arlecchino)

Arlecchino. Tolì pur, siora.

Corallina. Va via di qua. Va a spazzare la sala.

Arlecchino. Stamattina ho spazzà abbastanza.

Corallina. Va a fare quel che ti ordino, o giuro al cielo, ti farò andar via di questa casa.

Arlecchino. Chi comanda, vu, o lu?

Corallina. In queste cose comando io. Non è vero, signor padrone?

Ottavio. Sì, comanda lei, obbedisci.

Arlecchino. Ben, ubbidirò. No l’è maraveggia, se un servitor ha da ubbidir la cameriera.

Ottavio. Perchè?

Arlecchino. Perchè el patron se lassa menar per el naso come i buffali. (parte)