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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/521

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LA DONNA VENDICATIVA 505

SCENA II.

Arlecchino e Corallina.

Arlecchino. Chi cerca, trova; v’ho trovà anca vu.

Corallina. Che cosa vuoi?

Arlecchino. El padron ve domanda. El smania, el sbuffa, el grida, el ve cerca per tutto: e ho sentì a darve diese titoli un più bello dell’altro.

Corallina. Che vuol dire?

Arlecchino. El diseva, per esempio: dov’ela quella desgraziada?

Corallina. A me?

Arlecchino. Dov’ela quella maledetta?

Corallina. A me?

Arlecchino. Dov’ela...

Corallina. Basta così: non voglio sentir altro.

Arlecchino. Dov’ela quella pettegola?

Corallina. Basta così, ti dico.

Arlecchino. Dov’ela...

Corallina. Vuoi tacere?

Arlecchino. Dov’ela quella carogna?

Corallina. Eccola qui. (gli dà uno schiaffo)

Arlecchino. L’è lu, che l’ha dito.

Corallina. Ed io rispondo a lui.

Arlecchino. Ma la resposta l’ho avuda mi.

Corallina. Mando la risposta per chi mi fa l’ambasciata.

Arlecchino. Dov’ela quella... (arrabbiato)

Corallina. Ehi! (minacciandolo)

Arlecchino. No digo altro.

Corallina. E così, che vuole il padrone da me?

Arlecchino. Domandeghelo a lu, che lo saverè.

Corallina. Non occorr’altro; ora anderò da lui. Arlecchino, voglio che tu mi faccia un piacere.

Arlecchino. Sì, per le finezze che vu me fe.

Corallina. Via, se ti ho dato uno schiaffo, ti farò una carezza. (lo tocca un pochetto sulla spalla) Poverino!