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LA DONNA VENDICATIVA 515


fanciulla resta nell’onor pregiudicata, è di fargliela immediatamente sposare. Che cosa dice il signore zio sapientissimo?

Ottavio. (Dice il vero, non si può negare). (da sè)

Florindo. Signor Ottavio, son qui pronto a darvi ogni soddisfazione, o colla spada, o col matrimonio.

Ottavio. Sì, colla spada.

Rosaura. Signor padre, no colla spada. Mi preme la vostra vita.

Beatrice. Che spada? Che pazzie son queste? Siete offeso nell’onore, e volete col vostro sangue medesimo risarcirlo? (ad Ottavio)

Ottavio. (Anche qui non dice male). (da sè)

Florindo. Animo, alle corte. Volete, o non volete?

Ottavio. Giuratemi sul vostro onore. Amate voi Corallina?

Florindo. No, ve lo giuro. Amo la signora Rosaura, e son qui per lei; e se penso a Corallina, prego il cielo che mi punisca.

Rosaura. Caro signor padre, quando sarò maritata io, vi mariterete anche voi.

Ottavio. (Sì, ma... l’impegno che ho con Corallina, ed ella con Lelio... Eh, che importa a Corallina che Rosaura abbia l’uno o l’altro?) (da sè, pensando)

Beatrice. Signor zio, risolvete.

Ottavio. Ho risolto.

Beatrice. Come?

Ottavio. Che Florindo sposi Rosaura.

SCENA VIII.

Corallina e detti.

Corallina. (Che sento!) (in disparte)

Beatrice. Bravissimo.

Rosaura. Non poteva risolver meglio.

Corallina. (Ora è tempo di porre in opra l’artifizioso viglietto). (da sè)

Florindo. Vedo, signor Ottavio, che siete un uomo savio e prudente, ed io sono un galantuomo, e son qui prontissimo a dar la mano...