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IL TUTORE 375

Ottavio. Eh, non importa. La tavola apparecchiata non dà fastidio a nessuno. Va a prendere la pipa.

Arlecchino. Vado, sior sì. (Oh che poltron!1) (da sè, parte)

Ottavio. Bel gusto! Mangiare, bere, dormire, fumare, star a sedere, e non far niente! E non far niente!

SCENA IX.

Pantalone e detto.

Pantalone. Sior Ottavio, ve reverisso. (affannato2)

Ottavio. Servo, signor Pantalone. Che c’è, che vi vedo affannato?

Pantalone. Ho premura de parlarve, ma che nissun senta.

Ottavio. Oh, siete qui sempre colla vostra premura. Voi morirete3 presto.

Pantalone. Eh compare, se tratta de onor. Lassè che serra sta porta.

Ottavio. No, non la serrate.

Pantalone. Perchè?

Ottavio. Perchè aspetto la4 pipa.

Pantalone. Eh, altro che pipa. (vuol chiuder l’uscio)

Ottavio. Lasciatela aperta. Di che avete paura?

Pantalone. Via, quel che volè. Sappiè, sior Ottavio caro, che vostra nezzaa xe stada menada via.

Ottavio. Oh!

Pantalone. E no se sa dove che la sia.

Ottavio. Oh!

Pantalone. Quella cara vostra sorella l’ha lassada andar colla cameriera.

Ottavio. Oh!

Pantalone. E per scusarse, la dise che vu gh’ave dà conseggio.

  1. Nipote.
  1. Bett. e Pap. aggiungono: Oh che porco!
  2. Bett.: ansante.
  3. Bett.: morite.
  4. Bett. e Pap.: la mia.