Vai al contenuto

Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VIII.djvu/397

Da Wikisource.

I PUNTIGLI DOMESTICI 383

SCENA X.

Brighella e detti.

Pantalone. Andè subito....

Brighella. Signori, è venuta a casa la siora Contessa.

Rosaura. Oh me infelice!

Pantalone. Chiamè subito sior Conte. (a Brighella)

Brighella. (Volemo sentir delle belle cosse). (da sè, parte)

Rosaura. Mia madre!.. Oimè!...

Florindo. Ah, il conte Ottavio non viene.

Rosaura. Noi abbiamo perduto i più felici momenti per causa vostra, signor Pantalone.

Florindo. Sì, per causa vostra.

Pantalone. Mi son un omo d’onor.

Florindo. Ma saremo ancora a tempo.

Rosaura. Due parole si dicono presto.

Florindo. Porgetemi la mano. (passa da Rosaura)

Pantalone. Patroni. (entra in mezzo) Coss’è sta cossa? Coss’è sto precipizio? Per amor del cielo, no le perda el respetto al sior Conte, alla so casa, al so sangue.

Rosaura. Ecco il signore zio.

Pantalone. Manco mal.

Florindo. Facciamoci animo.

SCENA XI.

Ottavio e detti.

Pantalone. Ghe renunzio el posto. Servitor umilissimo.

Ottavio. Dove andate?

Pantalone. A muarme de camisa per la fadiga che ho fatto, (parte)

Ottavio. Io non lo capisco.

Rosaura. Ah, signore zio, è venuta la signora madre!

Ottavio. Non temete. Andiamo.

Florindo. Dove la volete condurre?

Ottavio. Seguitemi, Marchesino.