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480 | ATTO SECONDO |
Beatrice. (Legge.)
Oh! razza bella e buona,
Sto a vedere che tocchi alla padrona.
Olivetta. E così? Che vorreste dire? È il primo caso questo, che il lotto tocchi a chi lo fa?
Beatrice. (Legge.)
Arte e industria ci vuole,
Perchè a scialar non bastan le capriole.
Olivetta. Oh! questa poi non la posso soffrire. (s’alza
Brighella. L’è un’insolenza.
Olivetta. Andiamo via.
Brighella. Schiavo, siori.
Olivetta. Il signor Conte me la pagherà. (parte
Brighella. (Se troveremo fora d’Italia). (parte coi ballerini
Ottavio. (Ride.
Tonino. (Vado a prendere il mio ducato). (da sè, parte
Rosaura. Mi dispiacciono assai queste scene.
Pantalone. Ve tolè suggizion de uno che xe sta nostro servitor?
Beatrice. Con noi viene a far le grandezze? Ha fatto bene il signor Conte a mortificarli.
Ottavio. (Ride.
Beatrice. Ma intanto ha portato via dieci zecchini e la corniola.
Ottavio. (Ride.
Pantalone. Orsù, sior Conte, discorremo dei fatti nostri. Quando vorla che destrighemo sto negozio?
Ottavio. Questa sera.
Pantalone. Donca bisognerà...
Ottavio. A tre ore.
Pantalone. Bisognerà mandar a chiamar...
Ottavio. Verrò a tre ore.
Pantalone. Ho inteso: darò i ordeni...
Ottavio. Sposa.
Pantalone. Via, respondeghe. (a Rosaura
Rosaura. Signore.