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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, X.djvu/16

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piccolo ad un teatro maggiore certamente può recarmi del disavvantaggio, pure mi lusingo di essere tollerata, in grazia se non altro di quella bontà universale che tutti nel grado suo compatisce, essendo pregio particolare di questa sola città benefica non annoiarsi de’ personaggi per il lungo vederli, ma sempre più compatirli, e renderli sempre più di un tal soggiorno contenti.

Argentina. Io poi posso dire di essere nata qui, e qui spero di dover morire1. Queste tavole mi hanno allevata e su queste tavole ci ho da venire vecchia vecchia col bastoncello. Se mai... che so io? Non si possono sapere le cose di questo mondo. Se mai... vorrei dirla, ma mi vergogno un pochino. Basta, la dirò. Se mai avessi da fare anch’io la pazzia che fanno le altre, ho piacere di farla qui. Oh oh, ridete, ch’ella è da ridere. Ho sentito uno che ha detto: coss’èla, siora, sta pazzia che vorressi far? Maritarmi, signore.

Ottavio. Perchè il maritarvi lo chiamate pazzia?

Il signor Giammaria dalla Bragolaa e detti.

Zamaria. Patroni, bona sera, sioria, ben vegnui.

Ottavio. Servitore obbligato.

Argentina. Ecco il signore Giammaria dalla Bragola! (a Lelio)

Zamaria. Son vegnù in teatro; xe un’ora che me macco le tavarnelleb su un scagno. No principiè mai? Son vegnù a veder cossa che fè.

Flaminia. Or ora si principierà, signore.

Zamaria. Disème la verità, in confidenza. Ghe seu tutti?

  1. Un comico della truppa medesima, nominato in scena Leandro, eccellente in varie caricature. Parla veneziano, fingendosi esser egli uno della città, abitante nel sestiero detto di San Giovanni in Bragola2.
  2. Il sedere.
  1. Tra le varie servette che recitarono a S. Luca, sembra di dover qui riconoscere Felice Bonomi, già vedova forse di Fausto Bonomi, detta Argentina (v. Bartoli cit.).
  2. Pietro Gandini di Verona, abile attore e trasformista (conosciuto dal Goldoni fin dal 1734 nella compagnia Imer del teatro S. Samuele: v. vol. I, p. 101) che nel 1755, come vedremo, passò a recitare con la moglie a Dresda, e quindi a Parigi nel Teatro italiano (cfr. Bartoli) e Rasi).