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L'AUTORE

A CHI LEGGE.1

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L

’AVARO è un buon carattere comico originale; l’hanno trattato i migliori Poeti, ed io pure l’ho adoperato per episodio nella Commedia che ha per titolo Il Vero amico2. Il Geloso è parimenti un carattere da Commedia, ed io e tutti gli scrittori comici se ne sono serviti. Un uomo con due difetti notabili diviene ancora più comico, e molto più se i due difetti si contrastino fra di loro. La gelosia e l’avarizia possono facilmente verificarsi in uno stesso soggetto, senza che una passione si risenta dell’altra, ma darsi possono delle occasioni, in cui divengano fra di loro nemiche. L’arte del poeta può ritrovare in natura dei punti essenziali per un tale contrasto, senza escire dalla ragione, dal verisimile e dall’esempio ancora. Io non dirò aver copiato a puntino il mio geloso e avaro Protagonista, che di tali pitture inoneste e pericolose sono costantemente nemico, ma confessare degg’io averlo bensì disegnato sul modello rappresentatomi al vivo da persona degna di fede, che ebbe la carità e la prudenza di non nominarmi il soggetto. Ignaro io dunque della persona, non ebbi scrupolo di valermi del suo carattere, tanto più che son certo trovarsi lo sconosciuto da noi lontano. Se mai per avventura però giungesse questa mia Commedia alle di lui mani (giacchè per la sua avarizia non è sperabile ch’ei la veda in teatro rappresentare) gli servirebbe di un bel rimprovero, e forse di correzione. Ma non sarà egli solo al mondo con questi due malanni d’intorno, e il caso forse ne farà incappare più d’uno. Questa è la prima Commedia mia, che fu rappresentata in Venezia nel teatro che dicesi di San Luca, della nobilissima casa de’ Vendramini. Non ebbe, per dir il vero, molto felice incontro, e il personaggio che rappresentava il Geloso Avaro, quantunque abilissimo

  1. Questa prefazione fu stampata la prima volta nel t. I (1757) dell’ed. Pitteri di Venezia.
  2. Vedasi il vol. V della presente edizione.