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344 ATTO SECONDO

SCENA VIII.

Madama di Brindè dalla sua casa, Birone dalla bottega sua, e detti.

M. Brindè. (Esce di casa, e senza osservare dalla parte del caffè, s’introduce da quella del libraio.)

M. Saixon. Ecco la vedovella. (a Milord)
Milord.   Andrò, se il permettete... (s’alza)
M. Saixon. Bella creanza!
Milord.   Io torno.
M. Saixon.   No, vi dico, sedete.
Milord. (Soffro per poco ancora). (da sè, e siede)
M. Brindè.   Digli che qui l’aspetto.
(a Birone)
Birone. Glielo dirò. (entra in bottega)
M. Brindè.   (Ridotto ho il calcolo perfetto).
(siede sulla panca dirimpetto al caffè)
Milord. (Sì alza, e riverisce la Brindè.)
M. Brindè. (Si alza, e fa la sua riverenza.)
Lorino. (.Si alza anche lui, e fa la riverenza alla Brindè.)
M. Saixon. Eccola lì la vostra saggia filosofessa. (a Milord)

SCENA IX.

Jacobbe Monduill dal libraio, e detti.

M. Saixon. Ma quel che più le piace, è quel che a lei si appressa.

(accenna Jacobbe a Milord)
Jacobbe. Eccomi a voi, madama. (alla Brindè)
M. Brindè.   Il calcolo vedrete
Ridotto a perfezione. (gli dà un foglio)
Jacobbe.   Ne avrò piacer.
M. Brindè.   Sedete.
Jacobbe. (Siede, e scuopre in faccia di lui Milord; s’alza, e lo saluta.
Lui non gli risponde, ma bensì la Saixon e Lorino.