Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/256

Da Wikisource.
250 ATTO PRIMO


SCENA X.

Ridolfo ed il Sarto.

Ridolfo. Parmi che il vestito non vada male.

Sarto. Va benissimo, l’assicuro.

Ridolfo. Sentiremo che dirà mia sorella.

Sarto. Intanto favorisca veder il conto.

Ridolfo. E, non importa. Tenetelo, lo vederò un’altra volta.

Sarto. Il padrone la prega...

Ridolfo. Ditegli che al mio ritorno lo pagherò immediatamente.

Sarto. Ma egli ne ha bisogno, signore. Ha sborsato i denari per il panno, per i galloni...

Ridolfo. Bene, lo pagherò al ritorno.

Sarto. Ma in verità, ne ha bisogno grandissimo.

Ridolfo. Orsù, andate. Io non ho tempo da perdere. Ho da sentir il procuratore, che mi preme assai più del sarto.

Sarto. E al mio padrone preme aver il denaro.

Ridolfo. Signor dottore, favorisca. (alla porta)

Sarto. Aspetterò...

Ridolfo. Andate, vi dico.

Sarto. Non vuol sentire l’opinione della signora Leonide, se il vestito va bene?

Ridolfo. Va bene, va benissimo. Non occorr’altro. Dove diamine si è cacciato il procuratore? Signor dottore. (chiama) Eccolo; aveva il capo fuori della finestra.

SCENA XI.

Il Procuratore e detti.

Procuratore. Servitor umilissimo, signor Ridolfo.

Ridolfo. La riverisco divotamente. (Andate a fare i fatti vostri). (al sarto)

Sarto. Ma, signore, almeno...

Ridolfo. Sì, aspettate. Ecco un paolo per voi. Andate.