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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/259

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I MALCONTENTI 253


Ridolfo. Voi altri, quando vi preme, lo cavate di sotterra.

Procuratore. Quando c’è, si cava: ma quando non c’è, non si cava.

Ridolfo. Chi ha ceppi, può far delle scheggie. Non ho io de’ beni per trovar a interesse quello che mi bisogna?

Procuratore. Quando così le comoda, si potrà fare.

Ridolfo. Quanto credete voi che ci vorrà per far tacere costoro?

Procuratore. Per quello che ho potuto raccogliere, un migliaio di scudi.

Ridolfo. Bene, trovatemi voi mille scudi a censo.

Procuratore. Si troveranno. Ma se ella ora si contentasse di distribuire quel denaro che ha, potrebbe darsi che tirassero innanzi.

Ridolfo. No; questo denaro è per la villeggiatura; questo non si tocca. Trovate voi mille scudi, e accomodiamola.

Procuratore. Ci vorrà tempo per ritrovarli.

Ridolfo. Frattanto che io sono in villa, avrete tempo di farlo.

Procuratore. Oh, i creditori non la lasciano andare, senza esser pagati.

Ridolfo. Che! ardiranno di tenermi qui sequestrato?

Procuratore. Ardiranno anche più, per esser pagati.

Ridolfo. Fate voi la sicurtà per me.

Procuratore. Non si può, signore. I procuratori non possono farsi mallevadori de’ principali. (Ci mancherebbe anche questa!) (da sè)

Ridolfo. Dunque, che s’ha da fare?

Procuratore. Con un po’ di tempo si troveranno.

Ridolfo. Ma se oggi debbo andar in campagna.

Procuratore. Per oggi è impossibile.

Ridolfo. E quando?

Procuratore. Più presto che si potrà.

Ridolfo. Domani per assoluto.

Procuratore. Vedremo.

Ridolfo. Più in là di domani non aspetto certo.

Procuratore. Ma le vostre liti, signore, avrebbero bisogno di un poco di attenzione. Sarebbe necessario che si tenesse qualche sessione cogli avvocati, ora appunto che hanno meno che fare.