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I MALCONTENTI 285


Ridolfo. No? Perchè?

Procuratore. Parleremo.

Ridolfo. Sono impaziente.

Procuratore. Ho fatto il possibile.

Grisologo. Ma zitto, signori miei.

Leonide. Vi è qualche cosa di nuovo? (s’alza)

Ridolfo. Andiamo di sopra. (al Procuratore)

Procuratore. Vogliono qui lasciare?...

Ridolfo. Andiamo, andiamo. Compatite, ho un affar di premura. (a Grisologo, in atto di partire)

Leonide. Si parte? Siete all’ordine? (a Ridolfo)

Ridolfo. Credo di sì, io: basta, vedremo. (parte)

Procuratore. Con licenza di lor signori. (parte)

Grisologo. Schiavo suo.

Leonide. Compatite. Non abbiamo tempo per trattenerci. Ci conviene andar via. Portatela in campagna, che la goderemo con comodo.

Roccolino. Sì, in campagna ammireremo il vostro spirito, il vostro talento

Grisologo. Sentite almeno una scena.

Leonide. Signora Felicita, a buon riverirla.

Felicita. Se ne va, eh?

Leonide. Per servirla. Serva umilissima. Padroni tutti. (parte)

Roccolino. Servo di lor signori. Bravo, signor Grisologo. Aspetteremo le nuove dell’esito della sua bella commedia; bravissimo, me ne rallegro infinitamente. (parte)

SCENA XIV.

Il signor Grisologo, la signora Felicita,
il signor Policastro che dorme.

Grisologo. Bellissima scena! Mi hanno impiantato qui come uno stivale.

Felicita. (Ma questa Grilletta mi fa dare al diavolo). (da sè)

Grisologo. Voi che avete tanta volontà di sentire, sentite il fine di questa scena.