Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/340

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lumi che suggerire non mi ha potuto lo scarso ingegno, senza temere che mi venisse imputato aver io scelto un soggetto fantastico e immaginario. Godea soltanto in allora la protezione umanissima del fu eccellentissimo Signor Francesco, Cognato di V. E., il quale per la vera bontà di cuore, per la dolcezza de’ suoi costumi, e per le belle virtù dell’animo e del talento, lasciò morendo di sè gloriosa memoria, ed un perpetuo dolore nell’animo de’ suoi servidori ed amici1. Fra gli altri innumerabili beneficj, che da esso benignissimo Cavaliere confesso aver riportati, singolarissimo è quello di aver io col suo mezzo acquistato il patrocinio di V. E., quello dell’amabilissimo di Lei Figliuolo, e di tutta la Nobilissima di Lei Famiglia. Dopo ch’io ebbi l’onore di essere ammesso a frequentare la di lei Casa, dissi fra me medesimo con esultanza: Non è un poetico sogno l’immagine di una virtuosa Famiglia; venga fra queste mura chi vuol vederne l’esempio. Ecco una Madre, che all’antichissima nobiltà de’ natali accoppiando le più belle virtù, sa preferire ad ogni altro bene la domestica pace. Ecco una Dama, che fu la delizia del caro Sposo fin ch’egli visse, e colla sua prudenza, e coll’ammirabile suo talento, non cercò che di accrescere la di lui gloria, viva rimanendo ancora la ricordanza ossequiosa del di Lei nome nella Città di Bergamo, ove l’Eccellentissimo Signor Gio. Antonio2, dì Lei Consorte, sostenne gloriosamente il sublime carico di Pubblico Rappresentante. Ecco (riflettea con ammirazione) ecco un’amorosa tutrice de’ suoi Figliuoli, rimasta sola nel grande impegno di bene educarli in quell’età in cui prossimi essendo a dover figurar nel gran Mondo, possono contribuire più dei Collegi e dei Monisteri gli esempi e gl’insegnamenti di sì gran Madre, da forte zelo e da vero amore animata. Due Figlie femmine ed un solo Maschio sono presentemente le sue delizie. Ella è intieramente sagrificata al dolce peso di così cara Famiglia. Altro non cura che il solo bene, che la

  1. Diari del Gradenigo (nel Museo Coner di Venezia), alla data 27 apr. 1757: «Cessò di vivere l’Abb. Francesco Baglioni, Patrizio Veneziano, già divenuto cieco, ma proficuo per l’ingrandimento della propria casa, et aumento della ricca e commercievole, nonchè famosa sua Stamparia». Era nato nel 1697.
  2. Nato 3 dic. 1705, m. 30 marzo 1754.