Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/432

Da Wikisource.
426

servire in circostanza sì lieve all’E. V. e alla Veneratissima vostra Compagna, ma Ella, non contenta di ciò, ha voluto liberalmente ricompensarmi con donativi da me certamente non meritati.

Quando noi desideriamo un bene, pare che coll’animo si vadan sollecitando le ore, e si vorrebbero poter levare gli ostacoli che lo trattiene. Tal io desiderava il ritorno dell’E. V. da Vienna, lunghi mi parevano i giorni di vostra dimora, e frenar non sapeva la mia interessata impazienza. Così è, Eccellenza, la mia impazienza era interessata. Sperava che, al ritorno vostro, di mio Protettore degnato vi foste di farvi mio Mecenate, e che accettando la dedica di una mia Commedia, mi voleste colmare di onore, di giubbilo e di sicuranza.

Ma ritornando Voi alla Patria, pieno di nuove glorie e di nuovi meriti, coll’aurea Stola Cavalleresca insignito, appena per pochi dì posaste il piede sul domestico suolo, foste immediatamente costretto di trasferirvi in Roma, Ambasciatore eletto dalla Repubblica Serenissima presso la Santità di Benedetto XIV, in allora regnante, ed ora di onorevole ricordanza. Ardir non ebbi, nei scarsi giorni della vostra dimora, di presentarmi all’E. V. in mezzo alla folla de’ pubblici e privati affari, circondato veggendovi dai congiunti, dagli amici, dai servidori che tutti a gara congratulavansi del Vostro ritorno e nel tempo medesimo felicitavano la Vostra partenza. Si aggiunse fra le innamerabili cure vostre il pensier massimo di procacciare una degna Sposa all’inclito Primogenito Vostro, e tale appunto la ritrovaste per antichità di natali, per nobiltà di lignaggio, e per antiche e per recenti onorificenze, quale al grado vostro e all’opulenza della vostra Casa si conveniva; ma non sì tosto vennesi a stabilire sugli occhi vostri il contratto, miraste appena la nobilissima Dama che doveva essere vostra Nuora, datone il fortunato annunzio al caro Figlio, alla virtuosa Consorte, ai nobili numerosi Congiunti, diceste addio a tutti, e colla Patria in cuore, preferiste il pubblico bene ad ogni vostra compiacenza privata1. Con giubbilo universale di questa Serenissima Dominante, seguirono nel

  1. S. E. Correr partì da Venezia ai 29 sett, del 1737 e arrivò a Roma ai 22 ottobre (v. Notatorj inediti del Gradenigo, presso il Museo Civico di Venezia). Succedette all’ambasciatore Pier Andrea Cappello (v. vol. VII della presente ed., p. 422, n. I).